Impennata del lavoro intermittente dopo l'abrogazione dei voucher - Impennata del lavoro intermittente dopo l'abrogazione dei voucher
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Il mercato del lavoro veneto ha reagito all'eliminazione dei voucher evidenziando un'impennata delle attivazioni di rapporti di lavoro intermittente. È quanto emerge dalla Misura n. 71 pubblicata dall'Osservatorio di Veneto Lavoro.
Il decreto legge n. 25 del 17 marzo 2017, convertito in legge il 18 aprile, aveva abrogato la disciplina del lavoro accessorio con l'obiettivo di contrastarne l'utilizzo irregolare al quale si era rivelato esposto. La norma ha quindi comportato l'impossibilità di acquistare i voucher, i buoni lavoro utilizzati per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, a partire dal 18 marzo, pur lasciando la possibilità di utilizzare fino a fine anno quelli emessi entro tale data. Tale circostanza sembra aver influito sulla dinamica mensile delle assunzioni con contratto di lavoro intermittente, una particolare forma di lavoro subordinato "a chiamata" per prestazioni a carattere discontinuo, diffusa principalmente nei settori del commercio e del turismo. I datori di lavoro possono ricorrere al lavoro a chiamata solo in determinate ipotesi soggettive (con soggetti in stato di disoccupazione con meno di 25 anni d'età oppure lavoratori con più di 55 anni, anche pensionati) oppure in ipotesi oggettive (per prestazioni di tipo intermittente o discontinuo secondo le previsioni dei CCNL o per periodi predeterminati). Qualora non vi sia previsione nella contrattazione collettiva, le ipotesi di ricorso a questo tipo di contratto sono individuate da un apposito decreto ministeriale.
I rapporti di lavoro intermittente attivati in Veneto nel mese di aprile sono stati oltre 10.000, il 366% in più rispetto a quelli attivati un anno prima e un numero superiore anche al livello massimo raggiunto nel giugno del 2012, alla vigilia delle novità introdotte dalla legge n. 92/2012 che ne avevano fortemente limitato l'ambito di applicazione. Tale tipologia contrattuale sembra quindi aver assorbito almeno una parte della quota di mancato ricorso al lavoro accessorio, pur considerando che quest'ultimo interessava in Veneto una platea di circa 170.000 lavoratori all'anno.
La relazione tra l'abrogazione dei voucher e la crescita del lavoro intermittente risulta ancora più evidente dall'analisi dei dati cumulati giornalieri, che evidenziano come l'aumento si sia verificato proprio a partire dalla seconda metà di marzo.
Analizzando l'intero periodo 1 gennaio-15 maggio 2017 i contratti di lavoro intermittente attivati sono stati oltre 23.000 a fronte dei neanche 10.000 dello stesso periodo del 2016.
La Misura n. 71 "Il nuovo cambio di passo del lavoro intermittente" è disponibile nella sezione dedicata del sito: http://www.venetolavoro.it/misure.