Il mercato del lavoro veneto nel III trimestre 2016
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Briciole di pane
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Nel terzo trimestre del 2016 si è registrato per l'Italia un miglioramento delle previsioni sull'andamento del Pil, con le stime Istat che indicano per l'anno in corso una crescita pari allo 0,9%. Identica crescita era stata prevista per il Veneto lo scorso luglio, mese al quale risalgono le ultime stime regionali disponibili, un dato leggermente migliore rispetto a quello nazionale (secondo le stime di allora). Si è quasi arenata la domanda estera, che nel primo semestre 2016 ha registrato una crescita tendenziale dello 0,3%, il risultato più modesto dal 2012. Positive invece le indicazioni provenienti dalla produzione industriale regionale (+2%).
Nell'ambito del lavoro dipendente, si è protratto il processo di graduale assestamento delle dinamiche occupazionali dopo gli eccezionali livelli di crescita registrati nel 2015 grazie alla significativa decontribuzione prevista. Si osserva quindi un rilevante rallentamento e normalizzazione dei flussi, ma rimane positiva la dinamica dei posti di lavoro su base annua per il proseguire degli effetti di trascinamento dall'anno precedente.
Rispetto a settembre 2015 l'incremento dei posti di lavoro risulta pari a 29.700 unità, mentre il bilancio trimestrale, come è logico attendersi nella seconda parte dell'anno per la conclusione di molti rapporti di lavoro a termine, risulta negativo per 8.400 posizioni di lavoro.
Nel periodo luglio-settembre 2016 le assunzioni sono aumentate dell'1,8%, soprattutto grazie alla crescita dell'apprendistato (+23%) e alla ripresa dei rapporti di lavoro a termine, sia a tempo determinato (+3%) che di lavoro somministrato (+15%). Continua, invece, la fase di rallentamento dei contratti a tempo indeterminato, in calo del 26% e con un saldo negativo di -400 posizioni di lavoro. In aumento anche le cessazioni (+3,9%).
Sotto il profilo settoriale, l'incremento delle assunzioni si conferma piuttosto elevato nel settore agricolo (+3,6%) e leggermente più contenuto in quello industriale (+1,8%) e dei servizi (+1,5%). Venezia è la provincia che ha registrato la variazione più positiva (+7,7%), seguita da Belluno (+1,7%), Verona (+1,3%) e Treviso (+0,4%). Il saldo occupazionale, fortemente influenzato dalle dinamiche stagionali dei settori turistico e agricolo, è negativo nella provincia di Venezia (-17.300) e nettamente positivo in quella di Verona (+5.700).
I licenziamenti sono stati circa 15.500 (di cui poco meno di 1.500 collettivi), in leggero aumento rispetto a quelli registrati nel terzo trimestre 2015 (+15%), mentre le dimissioni sono diminuite del 9%. Tali dinamiche sono condizionate dalla nuova regolazione delle dimissioni, obbligatoriamente online: ciò ha determinato una ricomposizione delle cause di cessazione, soprattutto con riferimento ai lavoratori stranieri impegnati alle dipendenze di datori di lavoro della medesima nazionalità.
Per i disoccupati iscritti ai Centri per l'impiego si registra una sostanziale stabilità dei flussi in entrata e in uscita. Lo stock a fine periodo è di 478.500 disoccupati iscritti.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali, si è verificato un significativo incremento della Cigs (+14%) e una flessione della Cigo (-3,8%). Si tratta, però, di variazioni che non consentono una valutazione puntuale della congiuntura, essendo in buona parte condizionate dai cambiamenti nei meccanismi di autorizzazione introdotti dal Jobs Act.