Il mercato del lavoro veneto nel terzo trimestre 2018
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Analizzando l'intero arco temporale della ripresa occupazionale post crisi, a partire dal terzo trimestre 2014 le posizioni di lavoro sono aumentate complessivamente di 125 mila unità, recuperando ampiamente le perdite degli anni precedenti e mantenendosi su livelli molto elevati e vicini ai massimi storici.
Analogamente a quanto osservato per i saldi, anche i flussi di assunzioni e cessazioni evidenziano una sostanziale stabilità, confermando l'effervescenza del mercato del lavoro regionale. In particolare, tra luglio e settembre 2018 le assunzioni sono state complessivamente 226.400 (il 2,1% in meno rispetto allo scorso anno), le cessazioni 237.900 (-0,7%). A crescere è la fascia d'età degli over 55 (+7,5%), mentre giovani e adulti hanno mostrato una flessione rispettivamente del 2,5% e del 3,7%.
L'andamento settoriale e territoriale è fortemente influenzato dalla stagionalità tipica di questo periodo dell'anno, quando giungono a conclusione molti rapporti a termine. Il calo interessa infatti principalmente i settori del commercio al dettaglio (-3.500 posizioni di lavoro) e del turismo (-23.100), ma saldi negativi si segnalano anche nel manifatturiero (-1.800), in particolare metalmeccanico (-800), nelle attività immobiliari (-1.100) e nei servizi di pulizia (-900). Tra i pochi settori con segno più ci sono invece l'istruzione (+13.400), soprattutto per effetto del reclutamento del personale precario della scuola, e l'agricoltura (+7.400), che registra un saldo addirittura migliore rispetto a quello dello scorso anno. Venezia (-20.300) è la provincia che sconta maggiormente la stagionalità del periodo, ma bilanci negativi si registrano anche a Belluno (-2.200) e Rovigo (-800). Tutte le altre province mostrano invece saldi positivi: Verona +5.600, Padova +2.800, Treviso +2.100 e Vicenza +1.200.
A livello contrattuale, si mantiene elevato il numero di assunzioni con contratto a tempo determinato (141 mila, +6% sul 2017), anche se in virtù dell'elevato numero di cessazioni e trasformazioni a tempo indeterminato (rispettivamente 137 mila e 14.500) il saldo trimestrale è negativo per 10.800 unità. Torna a crescere, invece, il tempo indeterminato, proprio grazie all'aumento delle trasformazioni (+66%) dovuto in parte agli incentivi triennali riservati ai giovani under 35 e in parte all'elevato numero di contratti a termine stipulati lo scorso anno, di cui le trasformazioni odierne sono diretta conseguenza. In crescita anche l'apprendistato (+13%), mentre il lavoro somministrato registra una significativa battuta d'arresto (-26%). Sostanzialmente stabili il ricorso al lavoro intermittente (-3%), al lavoro domestico (+3%) e alle collaborazioni (-9%). In calo invece i tirocini (-15%), anche per effetto della nuova normativa che limita il numero di tirocinanti che possono essere seguiti da uno stesso tutor. Le nuove tipologie di lavoro accessorio (libretto famiglia e contratto di prestazione occasionale) confermano un'incidenza marginale.
Al 30 settembre 2018 i disoccupati disponibili presso i Centri per l'Impiego del Veneto risultano essere circa 311 mila, per la maggior parte donne (173 mila) e adulti di età compresa tra i 30 e i 54 anni (164 mila). Significativa la presenza straniera (82 mila).
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