Il mercato del lavoro veneto nel terzo trimestre 2017
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Nonostante un trimestre tradizionalmente caratterizzato da saldi negativi, in virtù soprattutto della chiusura di numerosi contratti a termine a conclusione della stagione estiva, su base annua l'occupazione mantiene in Veneto un trend positivo: a fine settembre 2017 si contano infatti 39.400 posizioni di lavoro dipendente in più rispetto allo stesso momento dell'anno precedente, mentre allungando il periodo di osservazione al primo trimestre del 2015, che ha segnato l'avvio della ripresa occupazionale in regione, le posizioni guadagnate sono 156 mila.
A trainare la crescita dell'ultimo anno sono soprattutto i contratti a termine (+29.800), l'apprendistato (+6.900) e, in misura più ridotta, il lavoro somministrato tramite agenzia (+2.100), mentre i contratti a tempo indeterminato si mantengono sui livelli raggiunti a seguito dell'eccezionale crescita registrata nel 2015 e mostrano un saldo annuo positivo per 300 posizioni di lavoro. L'aumento interessa tutti i settori produttivi e risulta evidente soprattutto nei servizi (+28.400), ma anche nell'industria (+10.300). Tra i pochi settori in negativo si confermano i servizi finanziari e il tessile-abbigliamento.
Segnali positivi arrivano anche sotto il profilo economico, con un miglioramento delle prospettive di crescita sia su base nazionale che regionale. Il dato veneto (Pil +1,4%, ma destinato ad essere rivisto al rialzo) è trainato dalla ripresa degli investimenti fissi lordi (stimati al +3,3%), oltre che dalla performance positiva dell'export (+2,7%) e della spesa delle famiglie (+2,8%).
Dal punto di vista occupazionale, il terzo trimestre del 2017 è caratterizzato da una forte crescita delle assunzioni (229.000 a fronte delle 191.000 del terzo trimestre 2016), anche per quanto riguarda i giovani under 30 (+25%, per un totale di 86.600 assunzioni). Il corrispondente e più consistente aumento delle cessazioni (+26%, per un totale di 244.600) determina però un saldo trimestrale negativo per circa 15.500 posizioni lavorative. La stagionalità incide soprattutto sul turismo (-24.200) e in aree a forte vocazione turistico-commerciale quali Venezia (-19.600) e Belluno (-2.200), mentre nei territori con saldo positivo (Padova, Treviso, Verona) il risultato è comunque inferiore a quello registrato nel 2016. Il dato più eclatante si conferma quello relativo ai contratti di lavoro intermittente, quasi triplicati rispetto al 2016: 15.200 attivazioni a fronte delle 5.700 dello scorso anno, con un saldo trimestrale positivo per circa 700 posizioni di lavoro. È la risposta di molte aziende, attive soprattutto nel commercio e nel turismo, alla soppressione dei voucher datata marzo 2017.
Al 30 settembre 2017, i disoccupati iscriti ai Centri per l'Impiego della regione risultano 276.000 (a inizio anno erano quasi 300.000). Si tratta prevalentemente di donne (55%) e si registra una consistente percentuale di stranieri (26%). La maggior parte dei disoccupati sono adulti (55%), rispetto a un 25% di giovani under 30 e a un 20% di over 55. La distribuzione territoriale risulta sostanzialmente equilibrata, con le cinque province più grandi (Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza) che raccolgono ciascuna tra il 17 e il 20% del totale.
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