Il mercato del lavoro veneto nel mese di agosto
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Dopo l’incremento osservato a luglio, nel mese di agosto il mercato del lavoro veneto torna ad evidenziare segnali di rallentamento della crescita occupazionale. Il saldo è negativo, come sempre accade in un periodo dell’anno in cui tipicamente le cessazioni superano le assunzioni, ma con un risultato peggiore rispetto a quello degli scorsi anni (-7.000 posizioni lavorative dipendenti) per effetto del calo della domanda di lavoro (-2%) associato ad un aumento delle cessazioni (+4%).
Diminuiscono in particolare le assunzioni a tempo indeterminato (-15%), mentre i contratti a termine mostrano un lieve crescita delle assunzioni, nonostante un saldo negativo determinato dal contestuale incremento delle cessazioni.
Il bilancio dell’intero 2024 si mantiene comunque su livelli particolarmente elevati (+77.000 posizioni di lavoro), seppure inferiori a quelli dell’ultimo biennio. Nel confronto con l’anno precedente, le assunzioni mostrano un calo più marcato per i lavoratori di cittadinanza italiana (-5%), le donne (-3%) e le fasce d’età centrali (30-54 anni), mentre stranieri e over 55 registrano una crescita della domanda di lavoro pari rispettivamente al +8% e al +5%.
Il saldo del periodo gennaio-agosto è positivo in tutte le province ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023, in particolare a Vicenza (+2.250), Padova (+2.900) e Treviso (+1.100), e con un rallentamento ancora più marcato nel mese di agosto. L’ultimo mese mostra una diminuzione della domanda di lavoro a Vicenza (-5,6%), Padova (-5,2%), Venezia (-2,1%) e Verona (-1,6%), mentre rimane sostanzialmente invariata a Belluno (-0,7%) e Rovigo (-0,6%). In controtendenza Treviso che rispetto ad agosto 2023 registra un aumento delle assunzioni del +4,3%.
Il settore maggiormente in difficoltà si conferma quello industriale: dopo il leggero recupero osservato a luglio, nel mese di agosto si osserva un calo delle assunzioni pari al -7% e una perdita di 5.400 posti di lavoro in essere, che è superiore a quella registrata nell’analogo mese del biennio precedente e che contribuisce al ridimensionamento del bilancio del macro-settore nel periodo gennaio-agosto (+4.500). L’industria metalmeccanica, in particolare, presenta un saldo sostanzialmente nullo e lontano dai livelli registrati nel biennio precedente (+3.300 nel 2023 e +5.500 nel 2022). Segnali di difficoltà si confermano anche in alcuni comparti del made in italy, quali tessile-abbigliamento, calzature, legno-mobilio e concia. Dinamica positiva invece per l’industria della chimica e della plastica, che registra un saldo positivo, seppure di poco, e in miglioramento. Lieve ripresa anche per il comparto edilizio che mostra un saldo positivo e in linea con quello del 2023, nonostante il rallentamento dell’ultimo mese. Nel terziario il saldo del 2024, trainato dai servizi turistici, si mantiene particolarmente elevato (+59.400), ma con segnali di rallentamento nel comparto della logistica. Bene l’agricoltura, che anche in virtù del leggero anticipo dei reclutamenti stagionali mostra un saldo ampiamente positivo (+13.000 posti di lavoro) e il 13% di assunzioni in più.
Nel 2024 gli ingressi in stato di disoccupazione sono stati complessivamente 85.600, il 3% in meno rispetto all’analogo periodo dello scorso anno nonostante un lieve aumento degli inoccupati (+6%) e dei disoccupati di cittadinanza straniera (+8%).
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