Tartufi 19 - I lavoratori anziani nel mercato del lavoro regionale: condizionamenti del passato e nuovi comportamenti
di Anna de Angelini
Da qualche tempo è in corso un intenso dibattito sulle implicazioni economiche e sociali dell'invecchiamento della popolazione e sulle problematiche relative agli occupati in età avanzata. La crescente importanza di questi temi ha indotto il Consiglio Europeo a focalizzare l'attenzione sull'occupazione degli anziani dapprima nel vertice di Stoccolma (marzo 2001), quando all'obiettivo generale dell'innalzamento del tasso di occupazione medio UE al 2010 sino al 70% se ne è affiancato uno più specifico relativamente ai soggetti di età compresa fra 55 e 64 anni, il cui tasso di occupazione è auspicato che si innalzi fino al 50%. Successivamente, nel marzo del 2002, nel vertice di Barcellona è stato fissato un obiettivo complementare a questo, convenendo che entro il 2010 occorrerebbe aumentare gradualmente di circa 5 anni l'età media effettiva di cessazione dell'attività lavorativa. Oggi l'Italia è il paese europeo che presenta contemporaneamente il più elevato invecchiamento della popolazione (condividendo insieme al Giappone, il primato mondiale) e il più basso tasso di attività degli anziani, come conseguenza del precoce ritiro dalle forze di lavoro, con valori di entrambi gli indicatori ben lontani dai target fissati.