Tartufi 34 - Salari e stipendi in Veneto 2002-2004. Esplorazioni sul link tra due basi di dati:"Giove" e "Saper"
di Bruno Anastasia
I dati sui salari - livello medio, dinamica, varianza, ripartizione tra salario lordo e netto - costituiscono un set di informazioni statistiche di grandissimo rilievo. E tanto più in questo frangente storico, considerato che la "questione salariale" sta ottenendo una nuova attenzione, da un lato per esplorarne i nessi - cause e conseguenze - con la dinamica della produttività, dall'altro per verificare le tendenze distributive in atto (in primis il rapporto con i profitti). In epoca post fordista, l'accresciuta variabilità dei salari riduce la significatività delle informazioni sulle dinamiche del mercato del lavoro così come sintetizzate nel tasso di occupazione e nel tasso di disoccupazione: essi non bastano più ad attestare - per quanti sono divenuti "occupati" - la fuoriuscita da condizioni di bisogno e il conseguimento di un almeno minimo livello di sicurezza sociale. Di fronte a domande di ricerca sempre più esigenti e articolate, le informazioni sui salari usualmente disponibili (e quindi utilizzate) appaiono troppo aggregate, condizionate dal derivare da indagini mediante survey (realizzate da Banca d'Italia, Commissione europea etc.) che, per costruzione, non possono offrire informazioni troppo analitiche e dettagliate (territorialmente, contrattualmente, settorialmente etc.). Viceversa, sono ancora assai poco sfruttati i dati amministrativi che possono meglio aiutare a misurare correttamente diverse implicazioni della "questione salariale": a partire dalla stessa precisa definizione di quale salario osservare (orario, mensile, annuo etc.), per affrontare poi le questioni del cuneo fiscale, del rapporto tra salario e costo del lavoro, del reddito disponibile individuale e familiare. È indubbio che le fonti amministrative mettono a disposizioni ottime basi di dati per indagare aspetti cruciali della problematica sottesa alla questione salariale.