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Pubblicato il 29.11.2013 null LA BUSSOLA - Il mercato del lavoro veneto nel terzo trimestre 2013

I dati del Silv (Sistema informativo lavoro veneto) ricavati dalle comunicazioni obbligatorie delle imprese e disponibili fino al 30 settembre tracciano, su base annua, un bilancio negativo: il saldo tendenziale delle posi­zioni di lavoro dipen­dente (al netto del lavoro domestico e del lavoro intermittente) a fine settembre 2013 risulta pari a -17.200 unità. La dinamica dei flussi segnala una ulteriore, anche se modesta, contrazione delle assunzioni e un incremento delle cessazioni. In sostanza possiamo affermare che a partire dall'estate del 2012 la dinamica delle posizioni di lavoro dipendente riflette un trend di calo costante, al netto dei fattori stagionali, stimabile attorno alle 15.000 unità annue. I modesti segnali positivi intravisti in primavera, quantomeno di riduzione della velocità del calo occupazionale, non risultano essersi sviluppati.

Solo esplorando i dati disaggregati possiamo trovare qualche tenue indizio positivo:

  • la crescita tendenziale delle assunzioni nell'industria che, almeno in questo comparto, ha ridotto la velocità (ma non invertito la tendenza) della perdita dei posti di lavoro; si tratta di un dato che va raccordato a quello sulla produzione industriale: la variazione tendenziale per il terzo trimestre per le imprese con più di 10 addetti è risultata positiva (dopo cinque trimestri consecutivi di dinamica negativa) e pari a +0,4%, attestando un lento miglioramento congiunturale;
  • le dinamiche interne al trimestre che evidenziano qualche buon segnale relativo all'ultimo mese osservato, vale a dire settembre. Poiché in ambito SeCO (network di 12 regioni e province autonome che condividono i dati per l'analisi congiunturale degli stessi) analoga tendenza è stata riscontrata in maniera diffusa per tutte le regioni del Centro-Nord si può forse sperare che non si tratti solo di effimero rimbalzo;
  • la crescita delle attivazioni di contratti di somministrazione, che in genere rappresenta un indicatore anticipatore di un maggior dinamismo della domanda di lavoro.


A fronte di questi segnali che occorre andare a cercare con molta acribia, le criticità sono purtroppo ben più facili da monitorare:

  • anche nel terzo trimestre non si nota alcun segnale positivo per i rapporti di lavoro tendenzialmente di maggior durata, vale a dire i contratti a tempo indeterminato e l'apprendistato. Le variazioni tendenziali risultano infatti negative tanto per le assunzioni che per le trasformazioni. E su base annua si registra una riduzione dei posti di lavoro a tempo indeterminato superiore alle 10.000 unità;
  • la quota di assunzioni a part time è sempre più elevata: su base annua è del 32,4% per le assunzioni totali e del 42% per i contratti a tempo indeterminato;
  • i flussi di ingresso negli elenchi dei lavoratori disponibili rimangono assai elevati (oltre 61.000 nel terzo trimestre), sono sempre superiori alle uscite (in oltre l'80% dei casi avvengono con assunzioni a tempo determinato);
  • l'intervento degli ammortizzatori sociali per il sostegno del reddito dei lavoratori rimasti privi di impiego si conferma oltremodo rilevante: nel terzo trimestre 2013 si è registrata l'attivazione di oltre 24.000 nuove prestazioni di Aspi e 9.000 di MiniAspi.

 

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