Posto fisso e lavoratori a termine
Il contratto a tempo determinato costituisce uno strumento pensato per offrire alle imprese la possibilità di rispondere a specifiche esigenze produttive, ad esempio verificare la ripresa della domanda in una fase di crescita o far fronte a picchi stagionali, che possono variare in base al settore o al territorio (per un'impresa balneare coincideranno con i mesi estivi, per quelle turistiche di montagna con la stagione invernale).
Ma è davvero utilizzato a questo scopo, come le regole di una buona occupazione imporrebbero? Il lavoro a termine soddisfa tali esigenze oppure serve a coprire posti di lavoro potenzialmente stabili, perché più flessibile per l'impresa rispetto al contratto a tempo indeterminato, seppure più costoso?
Nel pieno del dibattito su una tematica tornata di forte attualità, è l'Osservatorio mercato del lavoro di Veneto Lavoro a provare a dare una risposta a queste domande con la Misura 74 "Posti di lavoro fissi e lavoratori a termine?".
Nel 2016, in Veneto, le imprese che hanno fatto ricorso a un rapporto di lavoro a tempo determinato sono complessivamente 59.355 e hanno dato lavoro a quasi 300 mila lavoratori, corrispondenti a 134 mila unità di lavoro equivalenti. Si tratta per la stragrande maggioranza di imprese non stagionali (82%). Quelle stagionali rappresentano il 18% del totale.
Di queste 60 mila, le aziende che hanno utilizzato almeno un rapporto di lavoro a termine tutti i giorni dell'anno sono 10.247. Sono circa 40.000 i posti di lavoro nel mese di minimo utilizzo per ciascuna impresa. Questa dunque si può assumere come stima dei posti (potenzialmente) fissi occupati in Veneto da lavoratori con contratti a termine con riferimento al 2016. Tale dato è da intendersi come tetto massimo (ci possono essere anche rapporti che ne riconducono una quota a situazioni di carattere effettivamente transitorio) e quindi sovrastimato rispetto agli effettivi posti fissi "nascosti".
Riguardo alla tipologia di aziende coinvolte, si tratta per la maggior parte di imprese non stagionali con oltre 15 dipendenti. Forte la presenza di S.r.l., imprese individuali e S.p.a., ma anche di enti pubblici (in particolare aziende sanitarie e università) e cooperative.
In linea con le caratteristiche del mercato del lavoro veneto, oltre la metà dei possibili posti fissi "camuffati" da lavoro a termine si concentra nei settori dell'istruzione, del turismo, dell'agricoltura, della sanità e del commercio. Le ragioni risiedono per lo più nelle strategie di gestione della manodopera, per il settore privato, e nei limiti imposti dai vincoli normativi per quello pubblico.
In conclusione, l'indagine evidenzia come i casi di possibile "occultamento" di posti fissi rappresentino in regione non il fenomeno prevalente nell'ambito dell'utilizzo di rapporti a termine, ma siano comunque presenti, documentabili e di una certa rilevanza. La maggioranza dei lavoratori impiegati con contratto a termine risulta comunque legata a posti di lavoro essi stessi temporanei.
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