Misure/41 - Monitoraggio legge 92/2012. L’impatto sul lavoro intermittente
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La recente riforma del mercato del lavoro (l. 92/2012) ha ottenuto l'effetto voluto di limitare il ricorso al lavoro a chiamata.
Dopo la continua espansione registrata nel corso degli ultimi anni, accompagnata da valutazioni spesso critiche sulle motivazioni sottostanti a tale "successo", la significativa ri-regolazione normativa tesa a limitarne l'utilizzo distorto ha agito ridefinendo modalità e tempi del possibile impiego e introducendo l'obbligo alla comunicazione prima dell'avvio della singola prestazione.
A quattro mesi dall'entrata in vigore della riforma (e pur tenendo conto della previsione di un regime transitorio) si registra nel terzo trimestre 2012 un significativo calo delle nuove attivazioni (-32% rispetto al terzo trim. 2011) e un incremento ancora più rilevante delle cessazioni (+56% rispetto al terzo trim. 2011. In quasi il 30% dei casi, a queste cessazioni ha fatto seguito un'assunzione nella medesima impresa con contratto di lavoro a tempo indeterminato (50%) a tempo determinato (40%), quasi sempre a part time.
Vi è stata dunque un'importante e inedita contrazione dei rapporti di lavoro intermittente in essere, pari ad oltre il 20% (da oltre 80.000 a poco più di 60.000).