Il mercato del lavoro veneto nel secondo trimestre 2019
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Sono circa 30 mila i posti di lavoro dipendente guadagnati in Veneto tra aprile e giugno 2019, per un mercato del lavoro regionale che fa segnare nuovi massimi occupazionali (il tasso di occupazione al 67,9% è il più alto di sempre), nonostante il rallentamento della fase di crescita e un incremento dei posti di lavoro a part time che riduce l'impatto sulla quantità di lavoro complessivamente generata. È quanto emerge dai dati della Bussola trimestrale dell'Osservatorio di Veneto Lavoro.
A trainare la crescita sono sempre i contratti a tempo indeterminato, che fanno registrare un saldo positivo per 9.700 posizioni lavorative a fronte delle +1.300 dello scorso anno. Aumentano le assunzioni stabili (+10%) ma soprattutto le trasformazioni, cresciute del 54% per l'effetto concomitante di diversi fattori: l'esonero contributivo riservato ai giovani fino a 35 anni di età, l'incremento fisiologico dovuto alla stabilizzazione di molti contratti a termine attivati nel 2017 e gli effetti del decreto dignità. La norma ha influito anche sul tempo determinato, che mostra un saldo molto più contenuto rispetto al 2018 a causa del calo delle assunzioni e dell'aumento di trasformazioni e cessazioni, e sul lavoro somministrato, che risulta invariato nei saldi ma in netta contrazione nelle assunzioni (-35%).
Proprio alla somministrazione tramite le agenzie per il lavoro, quale principale forma di lavoro flessibile tutelata, è dedicato un nuovo capitolo della Bussola, che consente di analizzare le dinamiche occupazionali sia in funzione del rapporto che lega i lavoratori alle agenzie di somministrazione con sede in Veneto, sia dal lato delle missioni e quindi delle imprese utilizzatrici. In entrambi i casi è possibile notare come la nuova disciplina del lavoro a termine abbia spinto agenzie e imprese ad adottare diverse strategie di adattamento.
L'incremento dei posti di lavoro osservato nel secondo trimestre 2019 coinvolge tutti i comparti, fatta eccezione per il settore istruzione (-20.100), interessato in questo periodo dell'anno dalle conclusioni dei rapporti di lavoro relativi ai docenti supplenti. Altrettanto fisiologico, a causa della stagionalità, è l'aumento del settore turistico, che fa registrare nel trimestre quasi 4 mila posti di lavoro in più. I saldi trimestrali sono tuttavia generalmente inferiori a quelli registrati nel 2018, con peggioramenti più marcati in agricoltura, che passa da +4.500 a +2.600 posti di lavoro, e nel terziario avanzato, da +6.700 ad appena 900 posti in più. Il rallentamento del ritmo di crescita è confermato anche dalla riduzione dei movimenti del mercato del lavoro veneto. Le assunzioni, complessivamente 221.500 nel periodo aprile-giugno, sono diminuite del 7,5%, le cessazioni (192 mila in totale) del 5%.
La stagionalità si ripercuote anche sull'andamento territoriale, con saldi nettamente positivi nelle province turistiche di Venezia e Verona (rispettivamente +26.300 e +10.000) e variazioni nulle o lievemente negative nelle altre: lieve crescita a Rovigo (+800), invariata Belluno, negative Vicenza (-2.300), Padova e Treviso (entrambe a -2.600 posizioni lavorative). Su base annua il saldo rimane positivo in tutti i territorio ad eccezione di Belluno.
Stabili i dati sulla disoccupazione. Le Dichiarazioni di immediata disponibilità (Did) rilasciate ai Centri per l'Impiego del Veneto sono state 27.900, un valore del tutto analogo a quello del secondo trimestre 2018. Il 44% delle Did risulta rilasciato dopo la conclusione di un rapporto di lavoro a tempo determinato o di somministrazione, mentre diminuisce il numero dei disoccupati che hanno perso per licenziamento un posto di lavoro a tempo indeterminato. Il dato Istat relativo al secondo trimestre dell'anno certifica la diminuzione del tasso di disoccupazione al 5,6%, che si conferma tra i più bassi d'Italia.
>>> Scarica la Bussola sul mercato del lavoro veneto nel secondo trimestre 2019