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Osservatorio MDL

Briciole di pane

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Pubblicato il 01.02.2009 null Tartufi 32 - Il sostegno al reddito dei disoccupati: note sullo stato dell'arte. Tra riformismo strisciante, inerzie dell'impianto categoriale e incerti orizzonti di flexicurity

di Bruno Anastasia, Massimo Mancini e Ugo Trivellato

Nella letteratura corrente e nel sentire comune degli addetti ai lavori, il giudizio sul trattamento riservato in Italia ai disoccupati – nel duplice aspetto di fornitura di servizi reali da un lato (orientamento, formazione, incentivi alle imprese per le assunzioni: le cosiddette "politiche attive") e di sostegno al reddito dall'altro (indennità di disoccupazione, cassa integrazione, pre-pensionamenti: le cosiddette "politiche passive" o ammortizzatori sociali (nel seguito AS)) – è usualmente declinato in modo negativo. I "capi d'accusa" a carico degli AS – sui quali per larga parte di questa nota ci concentreremo – sono sostanzialmente tre.

  • L'assetto degli AS è fortemente discriminatorio perché basato su un impianto categoriale e con aspetti non marginali di discrezionalità.
  • Gli interventi di sostegno al reddito sono scollegati dalle politiche attive e non sono effettivamente condizionati alla ricerca di lavoro. 
  • Gli AS intervengono (seppur, come abbiamo detto, in maniera diversificata) nella prima fase dei periodi di disoccupazione. Di conseguenza trascurano i rischi di povertà collegati ai casi di disoccupazione di lunga durata, casi per i quali non è prevista in Italia alcuna forma strutturata di "reddito di ultima istanza" (come invece in molti altri Paesi europei).