I giovani e l’ingresso nel mercato del lavoro
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Hanno tra i 20 e i 24 anni, sono prevalentemente maschi, risiedono in Veneto e possiedono un titolo di studio medio-basso. Sono queste le caratteristiche che contraddistinguono i giovani che per la prima volta si affacciano sul mercato del lavoro veneto.
È quanto emerge dal nuovo approfondimento statistico dell’Osservatorio di Veneto Lavoro sulla partecipazione dei giovani al mercato del lavoro regionale, che segue il filone di ricerca avviato lo scorso febbraio.
La tipologia di contratto di lavoro dipendente più diffusa tra i circa 230 mila giovani oggetto dell’analisi è il tempo determinato, che interessa quasi la metà degli esordienti sul mercato del lavoro. Seguono l’apprendistato, molto frequente soprattutto tra i soggetti più giovani, il tempo indeterminato, che viceversa è più diffuso sopra i 25 anni di età, e il somministrato.
Per quanto riguarda i settori di inserimento, prevalgono commercio e turismo, seguiti dai servizi alla persona, dal metalmeccanico e dai comparti del made in Italy.
Il report analizza anche il percorso dei giovani nei 36 mesi successivi all’assunzione ed evidenzia come circa la metà di loro a 3 anni di distanza non sia più inserita nel mercato del lavoro o abbia comunque visto peggiorare la propria situazione lavorativa in termini contrattuali, a fronte di un 16% che ha invece registrato un miglioramento.
L’indagine si spinge inoltre a proporre una tipizzazione dei giovani esordienti in base al loro percorso nei primi anni di lavoro, individuando 7 categorie. Quella prevalente è rappresentata da giovani che hanno esordito principalmente con contratti a termine, non hanno sperimentato cambi di azienda nei 3 anni successivi e sono infine usciti dal mercato del lavoro. Possono dunque essere definiti “meteore”, in quanto apparsi fugacemente nel mondo del lavoro e poi usciti dalle forze di lavoro, magari per ragioni di mobilità territoriale (l’analisi prende in considerazione esclusivamente gli occupati in Veneto) o perché transitati nel lavoro autonomo. Un’altra categoria molto numerosa è, all’opposto, quella del “posto fisso”, ovvero giovani che sono entrati stabilmente nel mondo del lavoro e hanno sempre lavorato per la stessa azienda. Nel mezzo tutta una serie di situazioni di giovani che hanno lavorato, più o meno saltuariamente, con più aziende.
In ogni caso, il possesso di titoli di studio più elevati sembra essere associato a carriere più stabili. Anche il tirocinio, oggetto di un’analisi a parte in quanto non propriamente contratto di lavoro ma esperienza lavorativa, sembra incidere sulla carriera lavorativa. I giovani che mostrano carriere più stabili hanno infatti più frequentemente sperimentato un tirocinio prima di entrare nel mercato del lavoro, mentre tale percentuale è minima tra le “meteore”.
Secondo gli stessi ricercatori, la realtà dell’occupazione giovanile si rivela dunque molto articolata e complessa e sebbene l’instabilità contrattuale rappresenti in effetti un elemento distintivo, spesso non si rivela un ostacolo per il raggiungimento di carriere più stabili, così come esiste una quota rilevante di giovani che esordiscono con un contratto stabile e lo mantengono nel tempo.
La “Misura/110. I giovani nel mercato del lavoro del nuovo millennio: un’analisi longitudinale condotta sui dati amministrativi. La profilazione degli esordienti” è disponibile nella sezione dedicata www.venetolavoro.it/misure.