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Pubblicato il 18.10.2021 null Misure/104 - DOMANDA DI LAVORO E MOBILITÀ GEOGRAFICA DELL’OFFERTA. Un’analisi alla luce dell’informazione sul domicilio dei lavoratori assunti in Veneto

In questo contributo si è deciso di utilizzare l’informazione contenuta nelle Co relativa al domicilio dei lavoratori per esplorare in che misura la domanda di lavoro espressa dal sistema produttivo regionale è coperta dalla manodopera in funzione del domicilio eletto se­condo le principali ripartizioni territoriali: comuni, Cpi, province e regione.

A tal fine si sono considerati i flussi di assunzione su base annuale con riferimento esclusivo ai tre principali contratti di lavoro dipenden­te (cti, ctd e cap), considerando che la domanda di lavoro in somministrazione pone problemi più com­plessi di trattamento data la triangolazione dei soggetti coinvolti (azienda somministratrice, impresa utiliz­zatrice e lavoratori).

Dopo un breve esame delle tendenze generali rilevabili nel periodo 2008-2019 con riferimento ai principali ambiti amministrativi (province e regione), si focalizzerà l’attenzione sulla capacità attrattiva del sistema produttivo regionale rispetto agli altri territori del Paese e sui settori che maggiormente attingono a questa tipologia di offerta. In seguito si prenderà invece in esame il periodo più recente, la media dei flussi nel triennio 2017-2019, approfondendo l’analisi con dettaglio spinto fino al livello comunale.

Volendo proporre in estrema sintesi le principali caratterizzazioni dei flussi di lavoro su base territoriale possiamo dire che, in maniera piuttosto stabile nel tempo, circa ¾ della domanda è coperto da manodopera domiciliata all’interno dei confini delle singole province nelle quali essa è espressa (il 77,4%), mentre la quota restante si suddivide in maniera abbastanza paritaria tra i lavoratori che si spostano tra le diverse province del Veneto (il 12,1%) e quelli domiciliati in altre regio­ni (il 10,5%). Nel complesso, quindi, nella media del periodo 2008-2019 quasi il 90% della domanda è soddi­sfatta da lavoratori domiciliati nel territorio regionale, con la punta massima del 91,2% toccata nel 2015.