Misure/74 - Posti di lavoro fissi e lavoratori a termine?
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Pubblicato 15.12.2017
Ci dovrebbe essere corrispondenza bi-univoca tra lavoratori impiegati con contratti a termine e posti di lavoro discontinui: il lavoro a termine, infatti, dovrebbe coprire esigenze produttive transitorie, in risposta a picchi produttivi o a cicli stagionali. Ma quanto questa corrispondenza è reale ed effettiva? O i posti di lavoro potenzialmente stabile esistono e solo la scelta delle imprese - preferendo far ruotare diversi lavoratori sul medesimo posto piuttosto che procedere alla loro stabilizzazione - li riduce ad essere (apparentemente) transitori? L'obiettivo intrinseco di riduzione della forza sindacale e il disinteresse all'investimento in capitale umano quanto spiegano del ricorso ai contratti a termine? Come riconoscere le motivazioni effettive delle imprese nell'utilizzare questa tipologia contrattuale? Si può spingere l'indagine statistica in tale direzione, nell'intento di identificare la consistenza di questi posti di lavoro potenzialmente non precari?