Misure/94 - Emergenza COVID-19. L’impatto sul lavoro dipendente in Veneto (23 febbraio-31 maggio 2020)
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L'aggiornamento delle evidenze statistiche riportate in questa nota considera l'intero periodo che va dall'esordio delle restrizioni (23 febbraio) al 31 maggio, mirando a cogliere l'evoluzione dei flussi occupazionali anche in funzione della tempistica dei diversi provvedimenti messi in atto dal Governo, prima con finalità restrittive (il lockdown) e poi via via per tornare a normalizzare le attività sociali e produttive.
Dai dati esposti si ricava che l'effetto della pandemia ha comportato, su base annua (variazione tra il 31 maggio 2020 e il 31 maggio 2019) una riduzione pari a circa -41.000 posizioni di lavoro dipendente (per l'insieme degli organici aziendali individuati sulla base dei tre contratti indicati), bruciando dunque anche la crescita tendenziale ancora in essere all'inizio della pandemia e pari a circa +20.000 posti di lavoro. Ciò è conseguenza di una dinamica congiunturale radicalmente segnata dall'emergenza sanitaria: infatti tra il 23 febbraio e il 31 maggio 2020 la variazione dei posti di lavoro è stata negativa, pari a –26.000 unità, mentre nel medesimo periodo del 2019 la variazione era stata positiva e pari a +35.000 posti di lavoro, con quindi un differenziale negativo, tra i due periodi, pari a circa -61.000 posti di lavoro (un valore complessivo che si colloca attorno al 3% dell'occupazione dipendente).
Il segnale positivo è che dal 4 al 31 maggio si è dispiegata una significativa tendenza alla progressiva riduzione del differenziale nel numero di assunzioni tra 2019 e 2020: -34% (meno -21% dal 18 alla fine del mese) mentre tra il 23 febbraio ed il 3 maggio la variazione negativa era stata quasi doppia (-61%). Tale differenziale si riduce ancor più significativamente per diversi settori e in alcuni casi (costruzioni, tessile-abbigliamento, servizi turistici) si registrano anche incrementi volti al recupero delle posizioni perdute. Grazie alla parallela contrazione delle cessazioni il saldo occupazionale è tornato in maggio ad essere positivo, a poca distanza da quello del 2019 (+1.437 contro +3.537): ciò ha significato, su base annua, praticamente l'arresto della fase di contrazione dei posti di lavoro, smentendo pertanto le proiezioni più negative (basate sul proseguimento delle tendenze emerse in marzo-aprile) e le correlate preoccupazioni