On line la misura n. 58 - speciale Jobs Act
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E' per noi una soddisfazione constatare che la nostra scelta di monitorare il Jobs Act utilizzando la fonte dei dati amministrativi del SILV ha innescato una positiva emulazione, portando a confrontarsi sui dati reali e non sulle sensazioni. Avevamo premesso che sarebbe stato utile attendere almeno un trimestre per esprimere considerazioni meno intuitive e più sostenibili sul piano statistico. Nel frattempo sono aumentate le domande e le attese per indicazioni di tipo qualitativo. L'esercizio non è semplice ma alcune evidenze traspaiono. Alcune prime risposte alle domande più impellenti sono contenute nella "Misura 58 - Aprile 2015" dell'Osservatorio di Veneto Lavoro, che analizza la "Dinamica dei contratti di lavoro a tempo indeterminato nel primo trimestre 2015: l'impatto degli incentivi e del Jobs Act".
La prima analisi riguarda il quadro generale delle assunzioni nel primo trimestre 2015 nel raffronto con il primo trimestre 2014. Una seconda analisi riguarda le caratteristiche delle imprese che hanno fatto ricorso al contratto a tempo indeterminato o proceduto a trasformazioni e dei lavoratori che vi hanno beneficiato.
Per quanto riguarda il primo aspetto, analizzando i dati per ciascuna delle tipologie di contratto emerge la sensibile crescita delle assunzioni a tempo indeterminato (quasi 34.600, 10.000 in più rispetto all'anno precedente, con una variazione del + 40%); le trasformazioni di contratti a termine dopo un avvio lento in gennaio hanno evidenziato un trend in progressivo recupero. Crescono seppur di poco (+5%) anche le assunzioni a tempo determinato, la cui incidenza sul totale delle assunzioni resta molto elevata così come i tirocini (+14%), mentre prosegue il trend di flessione dell'apprendistato (-7%) e del lavoro intermittente (-12%). Si registra, infine, una sensibile riduzione delle assunzioni con rapporti parasubordinati, in particolare delle collaborazioni a progetto (-23%). Il peso dei contratti diversi dal tempo indeterminato e determinato (apprendistato, intermittente, parasubordinato, tirocini) sul totale delle assunzioni risulta in diminuzione.
Alcune risposte alle domande più pressanti.
- Quali sono gli effetti degli incentivi e del Jobs Act
La progressiva crescita (gennaio + 18%, febbraio + 46%, marzo + 71%) delle assunzioni a tempo indeterminato è senza alcun dubbio riconducibile all'effetto delle nuove normative. Le prime analisi qualitative disponibili ci inducono ad affermare che l'effetto maggiore è dovuto ai nuovi incentivi, mentre è ancora presto per capire quanto incida la nuova normativa sul contratto a tutele crescenti (entrata in vigore dal 7 marzo). Il trend positivo sembra possa essere ricondotto, pertanto, alla convenienza economica del contratto a tempo indeterminato, che lo rende preferibile ad altre tipologie o comunque competitivo, che ha indotto le imprese a rivedere la consolidata strategia di recruiting privilegiando per una quota di assunzioni il tempo indeterminato.
Ciò ha prodotto:
- un effetto stabilizzazione (assunzione a tempo indeterminato di lavoratori che avevano con la medesima impresa un precedente rapporto a tempo determinato, somministrato o di collaborazione): riguarda – oltre le quasi 10.000 trasformazioni – circa 10.000 assunzioni;
- un effetto sostituzione (assunzioni a tempo indeterminato che sarebbero comunque avvenute con altra tipologia contrattuale). Una quota di assunzioni può infine essere spiegata come effetto della più favorevole congiuntura economica.
- Si può parlare di ripresa dell'occupazione
Per certificare un'effettiva inversione di tendenza non è sufficiente analizzare il trend delle assunzioni ma occorre considerare i saldi occupazionali (la differenza tra assunzioni e cessazioni) del primo trimestre 2015, in confronto con i medesimi saldi degli anni precedenti. Si badi che nel primo trimestre i saldi sono sempre positivi, anche negli anni più difficili, quindi la misura del miglioramento è data dalla variazione della loro entità in valori assoluti. Al momento sono disponibili solo i saldi dei contratti a tempo indeterminato. Al riguardo registriamo che, a fronte del sensibile aumento delle assunzioni, le cessazioni rispetto al primo trimestre 2014 sono rimaste pressoché invariate, determinando pertanto un consistente saldo attivo pari a circa + 12.000. Nello stesso trimestre 2014 il saldo si era fermato a + 3.000. Si tratta di un segnale congiunturale nettamente positivo che inverte il trend degli ultimi due anni. Per valutarlo compiutamente occorre attendere che siano disponibili i saldi per tutte le tipologie di lavoro dipendente, per controllare le dimensioni – nell'aggregato – dell'effetto sostituzione.
- Quali sono le caratteristiche delle imprese
Le imprese che hanno assunto a tempi indeterminato sono state 21.776. Il 67% ha fatto una sola assunzione, il 17% due assunzioni, il 15% da tre a dieci assunzioni, il 2% oltre 10 assunzioni. Si tratta in prevalenza (71%) di imprese di piccole dimensioni (con meno di 15 dipendenti), con prevalenza dei settori terziari. Una quota rilevante di assunzioni, circa il 40%, è con orario a part-time.
- Quali sono i lavoratori che ne hanno beneficiato
Le donne sono il 41%, i giovani fino a 29 anni il 26%. Il 12% è al primo contratto di lavoro, il 33% aveva lavorato con la stessa impresa (prevalentemente a tempo determinato o in somministrazione), il 55% aveva precedenti presso altre imprese. Si calcola che una quota pari al 21% sia stata assunta indipendentemente dal bonus (essenzialmente si tratta di passaggi rapidi da tempo indeterminato a tempo indeterminato).
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